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Domenica 05 Luglio 2020
Ucciso il bandito siciliano Salvatore Giuliano

Il 5 luglio 1950 viene ucciso a Castelvetrano (Trapani) il bandito siciliano Salvatore Giuliano. Esistono almeno 5 differenti versioni sulla sua morte. Ma cosa successe realmente nelle ultime ore del bandito Giuliano verrà svelato alcuni mesi dopo dal giornalista del'Europeo, Tommaso Besozzi, che con un articolo dal titolo ormai celebre "Di sicuro c'è solo che &è morto", dimostra che il rapporto dei carabinieri sulla fine di Giuliano è inventato, e indica come assassino di Giuliano il suo luogotenente, il cugino Gaspare Pisciotta. Besozzi smonta la goffa verità ufficiale sulla fine del bandito di Montelepre e consente di capire meglio i legami tra la mafia non solo siciliana - che si sbarazza dell'ormai scomodo Turiddu - la politica e diversi apparati dello Stato. Ma non si limita solo a questo. Besozzi analizza in profondità il fenomeno Giuliano, spogliandolo da tutta la retorica dello spietato giustiziere, dell'arcangelo che leva la spada fiammeggiante a difesa degli oppressi. Nel libro "La vera storia del bandito Giuliano " Besozzi scrive che Giuliano era solo - uno sventurato e disperato picciotto, senza una particolare vocazione, che camminava dondolando, parlava a voce bassa. E soprattutto era convinto di essere nel giusto, anche quando diventa una pedina sanguinaria in mano alla mafia e ai baroni dell'Isola. Besozzi spiega con la freddezza del chirurgo le gesta dei criminali, calcola la loro potenza economica, l'incasso dal 1942 al 1950 di circa un miliardo e mezzo. Si favoleggia di un tesoro che non verrà mai ritrovato. Si intuiscono, nei capitoli del libro, le ramificazioni di un potere occulto, quello mafioso, trasversale per eccellenza, emerge la porosità indolente di una società civile, se non connivente, in ostaggio alla paura e agli interessi sotterranei. Un libro di straordinaria attualità, che il tempo, purtroppo per noi non ha scalfito. Inoltre, la Commissione antimafia nel 1974 secreta tutti gli atti relativi alla sua morte fino all'anno 2016. Giuliano nasce il 16 novembre 1922 a Montelepre (Palermo) ed entra in latitanza nel 1943 quando reagisce a un sequestro di suo grano da parte dei carabinieri, che poi gli sparano, ed egli reagisce uccidendo un carabiniere. Implicato nelle vicende del separatismo siciliano anche durante la II Guerra mondiale, Giuliano è accusato della strage dell'1 maggio 1947 a Portella della Ginestra, in comune di Piana degli Albanese (Palermo).

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